venerdì 4 luglio 2014

“La primavera araba: impatto sui paesi mediterranei tra politica, costituzionalismo e flussi migratori”. Reseconto

Da sinistra: E. Xhanari, A. La Luce e A. Jalali
 
 
 
Venerdì 4 luglio 2014 alle ore 15 si è tenuto nell’aula “Betti” del Chiostro S. Maria delle Vittorie - Lungadige Porta Vittoria 41 – (Università di Verona) l’incontro organizzato dall’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (ADI Verona) dal titolo “La primavera araba: impatto sui paesi  mediterranei tra politica, costituzionalismo e flussi migratori”.
 
Dopo i saluti introduttivi del Dott. Andrea La Luce (Segretario ADI Verona) che ha sottolineato l’importanza di questo tipo di eventi volti a valorizzare il ruolo del giovani ricercatori dell’ateneo scaligero, ci sono stati gli interventi programmati del Dott. Ali Reza Jalali - Dottorando di ricerca in Diritto costituzionale – esperto dei paesi islamici (Università di Verona) e del Dott. Elton Xhanari - Dottorando di ricerca in Diritto costituzionale – esperto di multiculturalismo e immigrazione (Università di Verona).
 
 
Jalali si è concentrato sulle prospettive di democratizzazione nel mondo arabo alla luce degli importanti cambiamenti imposti dalla primavera araba, processo iniziato nel 2010 e ancora in corso. In ciò, la vicenda tunisina rappresenta un caso di studio interessante, per via del singolare ruolo dell'Islam nella Costituzione approvata recentemente nel paese nordafricano. Infatti la Carta fondamentale tunisina non prevede che il diritto islamico, al contrario di tanti altri paesi arabi, sia la fonte principale dell’ordinamento dello Stato.
 
 
 
Xhanari invece ha sottolineato come la primavera araba abbia prodotto caos e guerre, spingendo ad un drastico aumento della fuga dai paesi arabi e africani verso l’Europa. L'Italia è stata abbandonata dall'Europa – sempre secondo il giovane studioso - nell'affrontare il tema dell'immigrazione. Il lavoro "sporco" che faceva la Libia ai tempi di Gheddafi, bloccando gli immigrati a monte, oggi tocca all'Italia, che è di fatto diventato uno Stato cuscinetto dell'UE per bloccare gli immigrati che arrivano dal Mediterraneo.
 
 
 

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