venerdì 18 aprile 2014

“Italia e Iran fra passato e presente”. Resoconto della conferenza all’Università di Bari




 

Lo scorso 16 aprile 2014 all’interno del Palazzo Pasquale Del Prete, sede dei Dipartimenti di Scienze Politiche e Giurisprudenza dell’Università “Aldo Moro” di Bari, si è tenuta una interessante conferenza con oggetto la presentazione del libro del dott. Rosario Milano, esperto di storia delle relazioni internazionali, dal titolo L’ENI e l’Iran (1962-1970), pubblicato dalle Edizioni Giannini (Napoli, 2013). Il titolo della conferenza era Italia e Iran fra passato e presente, e aveva come obiettivo quello di fare luce su alcuni degli aspetti salienti delle relazioni italo-iraniane, incentrate sul rapporto tra ENI e il governo di Tehran.

L’incontro, al quale hanno partecipato un folto numero di studenti dell’ateneo pugliese, è stato introdotto dal prof. Luciano Monzali, docente di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università di Bari, che ha sottolineato l’importanza delle relazioni tra Italia e Iran, nonostante il fenomeno a livello scientifico sia stato poco approfondito. L’Italia e l’Iran erano e sono importanti partner commerciali e, sempre secondo il docente, la Puglia in tutto ciò ha un ruolo fondamentale, ovvero quello di ponte naturale dell’Italia verso il Levante e il Vicino Oriente.
 
 
 

L’evento, prima di entrare nel vivo, ha visto anche il saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università barese, il prof. Umberto Carabelli, docente di Diritto del Lavoro, che ha ringraziato i presenti e ha sottolineato l’impatto che le questioni economiche degli anni ’60, analizzati nel libro di Rosario Milano, hanno avuto sugli aspetti gius-lavoristici dell’ordinamento italiano. Vi è stato anche un breve saluto del dott. Antonio Giampietro, segretario locale dell’Associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani (ADI), uno degli sponsor, insieme alla Fondazione Gramsci, della conferenza.

L’evento è poi entrato nel vivo con le relazioni: il primo a intervenire è stato il prof. Michele Capriati, docente di Economia Politica dell’ateneo pugliese. La sua relazione si è concentrata sul ruolo delle grandi figure nell’imprenditorialità statale italiana, come ad esempio quello rappresentato da Enrico Mattei, grazie al quale l’ENI ha raggiunto una competitività a livello internazionale molto importante, di fatto facendo da apripista alla diplomazia governativa su diversi fronti. L’ENI di Mattei era al centro di importanti relazioni internazionali, anche se gli oppositori del manager pugliese hanno sempre sottolineato che le politiche matteiane hanno portato l’Ente a un grosso indebitamento, un fardello enorme per la gestione successiva alla morte di Mattei negli anni ’60.
 
 

Poi è toccato alla relazione della prof. ssa Marina Comei, docente di Storia Economica, che ha sottolineato la forte dipendenza dell’Europa dal punto di vista energetico al Mediterraneo e al Vicino Oriente, e anche come la morte di un grande manager come Mattei ha portato di fatto alla fine dell’ENI come contropotere organizzato ed efficacie all’interno del capitalismo italiano. Il potere politico di Roma poi, sempre secondo l’analisi accurata della studiosa dell’Università di Bari, non ha mai visto di buon occhio l’attivismo economico e diplomatico di Mattei, visto sempre come un concorrente o peggio ancora come un avversario.

Successivamente c’è stata la relazione del prof. Italo Garzia, esperto di Storia delle Relazioni Internazionali, che ha sottolineato le caratteristiche qualitative del libro di Rosario Milano, L’ENI e l’Iran (1962-1970), dove c’è un intreccio tra vari temi: ENI, politica estera italiana, politica interna e estera iraniana, politica economica, tutti argomenti affrontati egregiamente dal giovane studioso pugliese, con una quantità infinita di note e approfondimenti.

Dopo il prof. Garzia, c’è stato l’intervento di Ali Reza Jalali, esperto di diritto costituzionale iraniano (Università di Verona), nonché studioso della geopolitica del Medio Oriente e del mondo islamico (Centro Studi Eurasia-Mediterraneo), che ha tracciato un profilo della situazione delle alleanze strategiche dell’area mediorientale al tempo della Guerra Fredda, con un parallelismo con la situazione attuale, dove nella regione si sta concentrando un nuovo conflitto tra diverse potenze extraregionali, soprattutto USA, Russia e Cina. La relazione del dott. Jalali si è conclusa con un accenno al sistema istituzionale iraniano e una breve comparazione con un altro importante modello regionale, quello dell’Arabia Saudita.
 

Prima della fine dello spazio dedicato alle relazioni, vi è stato un intervento dell’autore del libro, il dott. Rosario Milano, che ha sottolineato l’importanza dello studio sulle realtà del Vicino Oriente e soprattutto dell’Iran, paese col quale ci sono molti tratti in comune rispetto alla cultura italiana e pugliese, questione che va ben al di là delle relazioni politiche o economiche bilaterali.

Successivamente vi è stato uno spazio dedicato alle domande del pubblico, che si è dimostrato interessato all’evento con domande rivolte ai relatori su diversi aspetti, come la politica energetica iraniana tra il governo del radicale Ahmadinejad e il moderato, e attuale presidente, Rohani. Il pubblico si è dimostrato interessato anche a comprendere le differenze ed eventuali tratti di continuità tra la Rivoluzione bianca promossa negli anni ’60 dallo Shah per modernizzare il paese, e la Rivoluzione islamica di Khomeini.

Nel complesso si può dire che la conferenza ha riscosso molto successo, essendo questo delle relazioni italo-iraniane, un tema poco conosciuto al grande pubblico. Il libro di Rosario Milano quindi, è un primo passo importante per cercare di conoscere il tema, al di là dei pregiudizi ideologici e della pubblicità giornalistica negativa sulle realtà del paese persiano, spesso vittima di una pesante propaganda mediatica eccessivamente improntata al pessimismo.   

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