sabato 10 agosto 2013

Dai Balcani all’India: Mahmud di Ghazni e il suo “impero eurasiatico”


Ali Reza Jalali
Mahmud-GhaznaviIl primo sovrano nella storia ad assumere il titolo di “Sultan” era Mahmud di Ghazni, fondatore dell’Impero Ghaznavide. Il suo titolo significava che anche se lui era il capo politico di una vasta fascia di territorio, che comprendeva gran parte di quello che oggi è l’Iran, oltre al Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Afghanistan, Pakistan e l’India del Nord, il Califfo musulmano è rimasto il leader religioso dell’impero. Chi era questo insolitamente umile conquistatore? Come ha fatto Mahmud di Ghazni a essere il sultano di un vasto regno?
Nel 971, Yamin ad-Dawlah Abdul-Qasim Mahmud ibn Sabuktegin, meglio noto come Mahmud di Ghazni, nacque appunto nella città di Ghazni, oggi nel sud-est dell’Afghanistan. Il padre del bambino, Abu Mansur Sabuktegin, era turco, un ex mamelucco, guerriero di origine slave (Balcani) di Ghazni. Quando la dinastia Samanide, con sede a Bukhara (oggi in Uzbekistan) ha cominciato a sgretolarsi, Sabuktegin prese il controllo della sua città, Ghazni, nel 977. Ha poi continuato a conquistare altre grandi città afgane, come Kandahar. Il suo regno ha costituito il nucleo dell’Impero Ghaznavide, e a lui si attribuisce la nascita della dinastia. La madre del bambino, Mahmud, era probabilmente anche lei di origini slave. Il suo nome però non venne registrato nei libri di storia. Non si sa molto sull’infanzia di Mahmud di Ghazni. Sappiamo che aveva due fratelli più giovani, e che il secondo, Ismail, nacque da una donna “libera”, e non da una schiava come la madre di Mahmud. Il fatto che lei, a differenza della madre di Mahmud, era una donna libera, di sangue nobile, sarebbe stata una cosa fondamentale per la questione della successione, quando Sabuktegin morì durante una campagna militare nel 997. Sul letto di morte, Sabuktegin decise che sarebbe diventato sovrano il secondo figlio, Ismail. Sembra probabile che egli avesse scelto Ismail perché non discendeva da schiavi, a differenza dei fratelli maggiori e minori. Quando Mahmud, che era di stanza a Nishapur (oggi in Iran), comprese che il padre aveva scelto il fratello per il trono, marciò immediatamente ad est per sfidare Ismail. Mahmud sconfisse i sostenitori di suo fratello nel 998, conquistò Ghazni, diventando sovrano, e mise il suo fratello più giovane agli arresti domiciliari per il resto della sua vita.
Il nuovo sultano avrebbe regnato fino alla sua morte nel 1030. Il Regno si espanse rapidamente grazie all’abilità militare dell’esercito di Mahmud; le truppe infatti erano molto agili e bene armate, e Mahmud stesso era uno stratega molto competente. Nel 1001, Mahmud aveva rivolto la sua attenzione verso le terre fertili del Punjab, oggi in India, che si trovava a sud est del suo impero. La regione di destinazione apparteneva alla feroce famiglia del re indù Rajput, che si contrappose agli invasori musulmani provenienti dall’Afghanistan. Inoltre, le truppe di Rajput usavano una combinazione di fanteria e cavalleria con in dotazione gli elefanti, dai tempi di Alessandro Magno, un mezzo formidabile per fermare gli invasori del subcontinente; ma l’elefante si muove più lentamente di un esercito a cavallo, e la rapidità fu l’arma vincente dei Ghaznavidi. Nel corso dei primi anni del XI secolo, Mahmud di Ghazni avrebbe fatto più di una dozzina di attacchi militari in India. Il suo impero si estendeva ormai fino alle coste dell’Oceano Indiano, nel Gujarat meridionale. Mahmud aveva nominato alcuni vassalli locali, e gli aveva imposto di governare in suo nome in molte delle regioni conquistate, facilitando i rapporti con le popolazioni non musulmane. Egli ha inoltre accolto con favore indù e musulmani ismailiti (sciiti) tra i suoi soldati e ufficiali nel suo esercito. Tuttavia per sostenere le spese di un impero così vasto, comprendente l’Iran orientale, la parte meridionale dell’Asia centrale, l’Afghanistan, una parte del Pakistan e dell’India, Mahmud fu costretto ad imporre pesanti tasse sulla popolazione. Il sultano Mahmud amava i libri e sosteneva gli uomini dotti. Nella sua casa a Ghazni, fece costruire una libreria che rivaleggiava con quella di corte del califfo abbaside di Baghdad, oggi in Iraq. Mahmud di Ghazni ha inoltre sponsorizzato la costruzione di università, palazzi, moschee, rendendo la sua capitale il gioiello dell’Asia centrale.
Nel 1026, il 55enne sultano decise di invadere lo stato di Kathiawar (costa del Mar Arabico), nell’India occidentale. Il suo esercito si spinse a sud fino a Somnath, famosa per il suo bel tempio dedicato a Shiva. Anche se le truppe di Mahmud avevano conquistato con successo Somnath, saccheggiando e distruggendo il tempio, le cose a nord stavano incominciando ad andare male. Un certo numero di altre tribù turche, compresi i turchi selgiuchidi, che avevano già conquistato Merv (Turkmenistan) e Nishapur (Iran), si stavano avvicinando al cuore del regno di Mahmud. Questi sfidanti avevano già cominciato a rosicchiare i bordi dell’impero Ghaznavide; Mahmud però non fece in tempo ad affrontarli, infatti morì il 30 aprile 1030. Il sultano aveva solo 59 anni. Il suo impero sarebbe sopravvissuto fino al 1187, anche se cominciò a sgretolarsi da ovest a est, anche prima della sua morte. Nel 1151, il sultano Ghaznavide Bahram Shah perse definitivamente Ghazni, fuggendo a Lahore (oggi in Pakistan). Il sultano Mahmud, nonostante la tolleranza dimostrata nei confronti di molte minoranze, trascorse una parte della sua vita combattendo contro gli “infedeli” – indù, buddisti e musulmani non sunniti come gli ismailiti. Infatti, gli ismailiti sembrano essere stati un particolare bersaglio della sua ira, poiché Mahmud (e il suo leader spirituale, il califfo abbaside) li considerava eretici. Tuttavia, Mahmud di Ghazni sembra aver tollerato le persone non musulmane purché non gli si opponessero militarmente. Questo record di relativa tolleranza continuerà nei seguenti imperi musulmani in India: il Sultanato di Delhi (1206-1526) e l’Impero Moghul (1526-1857).

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