sabato 27 luglio 2013

L’Iran e l’Unione Eurasiatica: il punto di vista degli intellettuali russi

L’Iran e l’Unione Eurasiatica: il punto di vista degli intellettuali russi

FMSO
4collaj-iran-russia3Nel febbraio 2013, il Ministero degli Esteri iraniano ha organizzato un seminario di due giorni a Teheran dal titolo, “L’Iran e la cooperazione regionale in Eurasia“. Il Ministro degli Esteri iraniano Ali AkbarSalehi ha parlato alla conferenza. Egli ha indicato l’interesse dell’Iran a far parte dell’ Unione Eurasiatica a guida russa e parlò in quell’occasione dell’utilità dell’Iran per lo sviluppo e l’espansione del cosiddetto “eurasiatismo.” I media più importanti, sia in Occidente che in Russia, non avevano riportato tale notizia in modo esaustivo. Vale la pena quindi di prenderla in considerazione.
Nel gennaio 2010 la Russia, il Kazakistan e la Bielorussia hanno creato un’unione doganale. La leadership russa si propone di essere un punto di riferimento per l’Unione Eurasiatica – un’alleanza eurasiatica di Stati dell’ex Unione Sovietica – che molti analisti e gli esperti ritengono permetterebbe alla Russia di controllare questi stati economicamente e mettere l’Unione in grado di controbilanciare l’Unione europea e l’Occidente. L’idea dell’Iran all’ interno dell’Unione Eurasiatica solleva qualche dubbio. L’Iran non è un ex stato sovietico e non si adatta con quello che molti analisti ritengono essere l’obiettivo del Cremlino di controllare, attraverso l’Unione eurasiatica, il cosiddetto “estero vicino”, che la Russia considera un “ambito privilegiato di influenza.” Il Cremlino tende a vedere l’Iran più come un partner di pari livello che non un paese sul quale esercitare influenza.
Ma l’Iran è anche tra i più grandi alleati della Russia in Eurasia ed oltre a ciò, i leader di entrambi i paesi si vedono in termini geostrategici in antitesi rispetto a Washington. Russia e Iran hanno una lunga e complicata storia di relazioni, che ha oscillato tra concorrenza e cooperazione. Negli ultimi anni hanno aumentato la cooperazione, in particolare dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha assunto un terzo mandato come presidente della Russia nel maggio 2012. Il punto di vista di Salehi è come una ulteriore prova della crescente sintonia Iran-Russia.
Il primo articolo che vi proponiamo è un’intervista con il direttore di un centro di studi sull’Iran in Russia, Rajab Safarov, che discute delle esternazioni di Salehi con l’agenzia russa Nakanune.ru. Il secondo articolo è di Denis Dvornikov, membro della Camera civica russa; prominenti organizzazioni della società civile in Russia e negli Stati Uniti hanno un parere negativo circa la Camera, che è stata istituita nel dicembre 2005 con l’obiettivo ufficiale di coinvolgere la società civile russa nel processo decisionale del governo. “Freedom House”, noto centro studi nordamericano, per esempio, ha descritto la “Camera” come una “istituzione vuota che devia l’opinione pubblica.”
Sia Safarov che Dvornikov sono sicuri che le affermazione di Salehi sono una chiara dichiarazione di volontà dell’Iran di entrare nell’Unione Eurasiatica, idea che supportano in pieno. Tra le loro ragioni, come suggerisce Dvornikov, vi è il fatto che la presenza di un membro forte come l’Iran salverebbe l’Unione dalla critica di essere un’istituzione dominata dalla Russia. Inoltre, l’Iran sostiene una struttura economica in grado di controbilanciare l’Occidente.
Anche se molti occidentali si sono espressi contro l’Unione Eurasiatica, sia Safarov che Dvornikov sembrano interessati a sottolineare che l’ostacolo principale alla creazione dell’Unione Eurasiatica è una certa élite interna alla Russia, troppo filo-occidentale, soprattutto tra i burocrati di medio livello. Ciò principalmente in Russia, ma anche in Kazakhstan. Entrambi parlano della necessità di superare queste istanze per portare l’Unione al pieno successo. Addirittura Safarov, parla in termini stalinisti, di “una forte volontà”, e suggerisce anche l’arresto di funzionari che si oppongono all’Unione.
Questi due articoli propongono quindi un punto di vista russo in materia di integrazione eurasiatica e affrontano il ruolo della Russia e dell’Iran in questo processo.
Intervista di Ivan Zuev di Nakanune.ru all’iranista russo Rajab Safarov
In precedenza, il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha parlato in termini sufficientemente esaustivi sulla cooperazione eurasiatica e la sua importanza per l’intera regione, dicendo che l’Iran potrebbe essere molto utile per lo sviluppo e l’espansione dell’”eurasiatismo.” Questo evento è passato praticamente inosservato, almeno per i principali media russi, che lo hanno semplicemente ignorato. Secondo il direttore del Centro per gli studi sull’Iran moderno, Rajab Safarov, l’Iran ha in sostanza affermato la sua posizione e il desiderio di aderire all’Unione Eurasiatica. Tuttavia, a suo parere, lo sviluppo delle idee integrazioniste di Vladimir Putin e Nursultan Nazarbayev, sono più ostacolate non tanto dai vicini della regione, ma dalle loro élite interne filo-occidentali.
Rajab Safarov: l’Iran è interessato a creare un mondo multipolare e qualsiasi iniziativa in questo senso, naturalmente, sarebbe il benvenuto. Attualmente, non ci sono muri che potrebbero seriamente limitare gli Stati Uniti, per cui l’idea di Putin di creare una comunità eurasiatica dei paesi della regione sembra molto rilevante per chi vuole più giustizia e la riduzione dell’egemonia di un solo paese. Naturalmente, l’Iran, ha visto questa struttura in tale prospettiva. L’idea di Putin è estremamente attraente per l’Iran, ma, in ogni caso, l’Iran vuole chiaramente scoprire da sé in quale direzione si muoveranno in futuro gli sviluppi. Francamente, l’idea di creare l’Unione Eurasiatica è in questo momento in difficoltà. Devo ammettere che aveva dei tratti del tutto irrealistici, poteva sembrare solo uno slogan politico o una mossa pre-elettorale di Vladimir Putin, e di fatto, questa idea ha incontrato alcuni problemi. Primo fra tutti – “attenzione” da parte dell’Occidente.
Mi sembra che questo processo è in difficoltà non perché Putin non lo vuole; il sabotaggio è al livello medio della burocrazia. I funzionari hanno migliaia di legami con l’Occidente e la burocrazia russa è parte del mondo occidentale, quindi ritarda il processo che può portare al pieno successo dell’Unione eurasiatica.
Domanda: Qual è il vantaggio economico di entrare nell’Unione Eurasiatica per l’Iran?
Rajab Safarov: l’Iran ha le seconde maggiori riserve di gas al mondo ed è il quarto esportatore di petrolio al mondo, questi due fattori sono già importanti, se il processo di integrazione sarà effettuato nella formula di Putin, ciò sarà un bene per tutti. Questi stati possono sviluppare una rete nella direzione della creazione di condizioni favorevoli per i consumatori di materie prime della regione. Ciò fornirà un alto tasso di sviluppo, che potrebbe essere superiore ai tassi di crescita normali nel mondo, per non parlare di un aumento dei livelli di vita, che a sua volta influenzerebbero il livello di influenza internazionale per affrontare questioni di politica estera. Questo è ciò che molti hanno paura che avvenga. Tanto più perché il potenziale iraniano è enorme. Data la sua posizione geografica, dato il suo ruolo di paese chiave nel mondo islamico – tutto questo dà una carta vincente enorme per la Russia, rispetto agli altri paesi eurasiatici membri dell’Unione, per non parlare della Cina, per influenzare l’intero mondo islamico. Senza l’Iran è impossibile raggiungere tale livello di influenza. Inoltre, il paese è assolutamente autosufficiente e può esso stesso diventare una forza trainante per i paesi dell’Unione.
Domanda: Tuttavia, possiamo dire che la dichiarazione del Ministro degli Esteri iraniano è una richiesta ufficiale finalizzata ad aderire all’Unione Eurasiatica?
Rajab Safarov: In un paese come la Repubblica Islamica dell’Iran, ogni idea, e in particolare una riconducibile alla partecipazione ai processi di integrazione – deriva da una serie di accordi interni, tanto più che il Ministro degli Esteri – è una figura chiave del potere in Iran, e in nessun caso agirebbe in modo superficiale. Sì, ciò significa che questa è la posizione della Repubblica. L’Iran è pronta per i processi di integrazione regionale.
Ma il problema non è che l’Iran sta dichiarando qualcosa. Molti in Russia soffrono per queste prospettive. Per eliminare queste opposizioni a tali processi, ci vuole una struttura forte. Queste persone si siedono in posizioni di vice ministri, direttori di dipartimenti e così via, e sono venuti fuori con argomentazioni sufficientemente motivate per ritardare il processo di integrazione per un lungo periodo. E la burocrazia si presenta con mille ragioni, le motivazioni per sabotare queste idee sono molteplici. Qualsiasi ostacolo nel paese per le idee della integrazione eurasiatica deve essere rimosso – questa è una cosa categorica. Per ovviare a questo, hai bisogno di una forte volontà, “siete d’accordo? Bene, altrimenti vi aspetta l’arresto”.
Denis Dvornikov: l’Iran è pronto a diventare il secondo polo naturale dell’Unione Eurasiatica
Il progetto è ancora virtuale, ma l’”Unione Eurasiatica”, è vista dai funzionari di Teheran non solo come un potenziale partner strategico, ma anche come la forma più auspicabile di una integrazione geopolitica per la Repubblica Islamica nel sistema di nuove istituzioni internazionali. In una recente conferenza sui problemi eurasiatici, il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha detto che la “cooperazione eurasiatica sta guadagnando un significato raddoppiato, e la sua formazione può aumentare il contributo dei paesi di questa regione per plasmare il mondo di domani e per garantire gli interessi della regione.” Oggi, gli istituti di politica estera dell’Iran stanno attivamente studiando i possibili scenari di partecipazione del loro paese in questo nuovo costrutto. In realtà, l’Iran è pronto a diventare il secondo polo naturale dell’Unione Eurasiatica, che assumerà non solo i vantaggi dei mercati internazionali, ma anche le difficoltà di costi organizzativi e finanziari per la prima e le successive fasi di creazione della nuova entità, un progetto che ha già causato non solo la critica, ma anche l’aperta aggressione da parte di alcuni partner occidentali della Russia.
Poi ci sono le provocazioni della politica interna russa – questi sono i principali rischi per il nostro paese – tutte cose che mettono a repentaglio la riuscita del progetto dell’Unione Eurasiatica. Nonostante la retorica provocatoria di alcuni attori internazionali, è la resistenza interna di alcuni politici liberali a essere la principale sfida per la Russia nella sua auto-definizione. Questo è vero non solo per l’Unione Eurasiatica, ma anche per molte altre iniziative infrastrutturali e ideologiche. Certo, in ambito internazionale, l’Unione Eurasiatica non è un tentativo di ripristinare questioni del passato, ma una unione politica di uguali e liberi paesi, i cui valori principali sono non solo il commercio, ma anche la conservazione dei fondamenti del diritto internazionale, il rispetto per le tradizioni, la sovranità nazionale e dei diritti umani nel loro vero senso. Queste cose ovvie dovranno essere spiegate non solo ai paesi partner e ai futuri membri della nuova struttura internazionale, ma anche a noi stessi, ai nostri funzionari e strateghi in Russia.
Per quanto strano possa sembrare ad alcuni, è proprio la partecipazione dell’Iran che può aiutare a evitare la percezione di unilateralità del progetto dell’Unione Eurasiatica. E’ la partecipazione di un potente membro della nuova organizzazione, che limiterà discorsi senza senso sulla Russia e il fatto di essere l’unico e dominante beneficiario di questo progetto di integrazione, che, per inciso, è la tesi principale degli oppositori a questo sistema internazionale.
Traduzione a cura di Ali Reza Jalali

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